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IL MONDO COME LO VEDO IO

OUR COURSES
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7 storie basate sui racconti di Dante Balbo, non-vedente dalla nascita. 8 storie interpretate e rappresentate da bambini.

Il CORTOMETRAGGIO
Il COPIONE

FOGLIE

 

Vediamo uno sfondo blu. Uno sfondo non uniforme. C’è un po’ di blu scuro, un po’ di blu chiaro. Un po’ di sfumature.

 

CAMILLE

La mia stagione preferita è la primavera. Tutto odora di buonissimo. I fiori, i campi, la carne che fa il vicino alla griglia.

 

Le sfumature blu si trasformano in forme.

 

CAMILLE

Ma la cosa che mi piace di più, è toccare le foglie appena nate.

 

Le forme sono delle foglie. Tantissime foglie.

 

CAMILLE

Ed ascoltare il fruscio del vento quando le fa danzare su, su, sopra la mia testa.

 

Foglie blu che danzano al vento.

 

 

NUVOLE

SARA

Quando il sole mi riscalda la pelle, io e mia sorella andiamo a giocare sul prato. 

Raccogliamo fiori ed erbe. 

Mi piace odorarli, riconosco ogni fiore e ogni spezia.

 

Alcune volte poi ci sdraiamo sul prato. Ascoltiamo la natura. Poi mia sorella tira fuori la plastilina e mi modella le nuvole che passano tanti, tanti metri sopra le nostre teste. Così in altro che non le sento. Alcune nuvole sono grosse, altre piccole, alcune lunghe altre corte. Alcune hanno forme strane. Mia sorella dice che le nuvole sono bianche, alcune volte grigie, alcune volte quasi nere e che probabilmente sono soffici come il zucchero a velo. Ma anche lei non sa dirmi veramente.

RAZZISMO

ELISABETTA

Un giorno, un bambino mi chiese se una persona come me potesse essere razzista. 

Non sapevo cosa rispondergli, perché non sapevo cosa volesse dire.

 

Allora ho chiesto al mio computer cosa fosse un razzista.

COMPUTER

Razzista:

Collui che sostiene e attua la teoria e la prassi del razzismo.

 

ELISABETTA

Va bene computer, ma allora dimmi anche cosa sia “razzismo”.

 

COMPUTER

Razzismo:

L’idea folle della superiorità di una razza.

Si dicono razziste le teorie che si fondano sul presupposto che l’umanità sia divisa in razze biologicamente superiori e inferiori. 

 

ELISABETTA

Il giorno dopo, quando il bambino mi chiese se fossi razzista, gli ho risposto: “A me non importa se sei ricco o se sei povero, se sei rosso o se sei viola, se credi negli gnomi o nei folletti, a me la tua voce piace e se mi vuoi bene, allora te ne voglio anche io”.

GOAL

 

FABIO

Un colpo di pallone. Le voci si alzano. Sono tutti tesi. Luca è accanto a me e mi racconta a raffica cosa succede, come il commentatore alla radio.

 

LUCA

Shaqiri passa a Rodriguez e… 

 

Luca si blocca di colpo.

 

FABIO

Cosa succede? Cosa?

 

LUCA

C’è un tifoso in campo…

 

FABIO

Cosa???? Ma no, cosa fa?

 

LUCA

Sempre Rodriguez, ancora Rodriguez, tira la traversata a Embolo, quindi Shaqiri, conclusione di Shaqiri.

 

Luca mi prende per il maglione e salta in aria. La tensione dello stadio mi ha già fatto vedere: il pallone è finito in porta!

 

FABIO

Gooooooal

 

LUCA

Goal!

MANI

 

VIOLA

Una mano. A me le mani piacciono tanto. Quella di mamma è sempre morbida e profumata, forse sa di pesca. Alcune volte sa anche di smalto, a lei piace metterselo.

 

Papà invece ha delle mani così grandi, che le mie ci spariscono dentro. Tutte e due. Le sue sono più ruvide, quasi come la corteccia del legno con il quale lavora.

 

Anche nonna ha delle mani interessanti. Le sue racchiudono valli e colline, ruscelli e spiagge. Hanno una vita da raccontare.

 

Quelle di Balu, invece non sono proprio mani, ma sono le mie preferite. Hanno 5 polpastrelli, 4 ovali e uno un po’ più strano, e tra i polpastrelli ha il pelo morbidissimo.

Con la zampa di Balu in mano, mi addormento beata la sera.

 

ALBERO

 

AMANDA

Un albero così grande che mi sembra di sentire le sue mani cigolanti estendersi sopra di me fino a toccare terra. Una cupola che mi racchiude nel suo fruscio di vento. Vorrei tanto sapere quanto sia alto, più di mamma e di papà, questo sicuro. Forse anche più alto degli altri alberi intorno.

Questo albero mi piace. Ha un suono tranquillo, uno che mi ricorda un po’ il mare. Allora lo abbraccio forte, e si deve essere proprio un albero grande.

 

DANZA

 

CHLOÉ

Sono da sola in una stanza. È abbastanza grande, ed è vuota. Questo lo so. Sono spesso sola nel mio ascolto.

Le casse si accendono e la musica mi invade. È bellissima! Subito mi metto a danzare. Si, ballare mi piace, mi piace il ritmo, la spontaneità, l’allegria che mi da. Danzo e rido in armonia. Poi inciampo, e cado.

La musica finisce, di colpo. Uno sguardo si alza dal suolo e guarda in camera svelando occhi vuoti.

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